In India, l’ayurveda viene considerata una scienza senza tempo.
Alla base della concezione ayurvedica troviamo 5 elementi: etere, aria, fuoco, terra e acqua.
3 dosha: principi energetici fondamentali che caratterizzano le persone.
Vata= etere ed aria: tipologia energetica aspra, secca, abbondante, rapida e fredda; responsabile della circolazione sanguigna, delle f(cerebrali), della f( dei nervi periferici), dell’escrezione, dei movimenti corporei, della respirazione, del dolore e dell’entusiasmo.
Pitta=fuoco: piccante, pepato, acido, mutevole: si occupa della vista, della digestione, della termoregolazione, del meccanismo che regola fame e sete, della morbidezza e lucentezza del corpo, dell’allegria e dell’intelligenza.
Kapha=acqua e terra: pesante, freddo, soffice, untuoso, dolce, immobile e liscio: le sue f() sono: vincolo, fermezza, pesantezza, forza, potenza, indulgenza e costrizione.
Vinod Verma:”la diminuzione di una qualsiasi di queste 3 energie causa deficienza delle normali funzioni, mentre un loro aggravamento dà origine ad un f()mento abnorme, vulnerabilità alla malattia e altri difetti relativi”.
La causa della salute è quindi l’equilibrio dei dosha che a sua volta dipende dall’uso equilibrato di:
• tempo (kala);
• contatto dei sensi con i loro oggetti (artha);
• azione (karma).
I tre pilastri della salute: cibo, sonno, vita sessuale regolata
I tre dosha con le loro funzioni di movimento (vata), metabolismo (pitta) e coesione (kapha) sono i tre pilastri (tri-stambha) su cui si regge il corpo. A questi tre pilastri se ne aggiungono altri tre con un ruolo sussidiario altrettanto importante nel mantenimento della salute, chiamati tri-upastambha o tre pilastri accessori. Essi sono:
• cibo (ahara);
• sonno (nidra);
• vita sessuale regolata (brahmacharya).
Nei testi dell’Ayurveda si trovano ampie descrizioni di ogni cibo animale, vegetale o minerale, non si fanno distinzioni etiche o morali, non viene detto se un cibo è di per sé buono o cattivo, da preferire o da evitare, ma si considera ogni materia edibile secondo la natura e l’effetto sul corpo e sulla mente, lasciando a ogni individuo il compito di capire quale è il cibo adatto nei vari momenti e condizioni dell’esistenza.
Per conservare la salute bisognerebbe avere abitudini alimentari naturali, mangiare regolarmente secondo la forza della digestione, scegliere il cibo adatto alla costituzione in modo che nutra i tessuti corporei senza alterare il loro equilibrio.
Durante il processo di digestione e metabolizzazione il cibo viene diviso in tre parti: la parte di scarto che viene espulsa attraverso i canali escretori, la parte nutriente che viene metabolizzata formando i tessuti corporei e la parte più sottile che nutre la mente.
Per nutrirsi in maniera appropriata ci sono alcune cose da tenere in considerazione:
– il cibo deve essere fresco, cotto e mangiato quando è ancora caldo;
– non si dovrebbe mangiare né troppo né troppo poco;
– dovrebbero passare almeno 4-6 ore fra i pasti principali;
– gli ingredienti usati nelle preparazioni non dovrebbero essere in contrasto tra di loro;
– mangiare in un’atmosfera tranquilla, in posizione seduta e con piena concentrazione;
– il cibo non dovrebbe essere riscaldato o riciclato;
– mantenere la pulizia del cibo, della cucina e della sala da pranzo;
– chi cucina deve curare la pulizia personale e avere pensieri positivi;
– evitare o limitare i cibi pesanti, fritti, vecchi, la pasticceria e i fast food.
Vengono elencate dieci regole per l’uso del cibo: il cibo deve essere caldo, untuoso, nella giusta quantità, consumato quando il pasto precedente è stato digerito, i cibi assunti in un pasto non devono avere potenza (virya) antagonista, mangiare il luogo appropriato e con tutti gli accessori, non mangiare troppo velocemente, troppo lentamente, mangiare con concentrazione e con consapevolezza delle proprie esigenze.
La sequenza delle portate ha la sua importanza nel favorire la digestione. Idealmente la frutta andrebbe mangiata all’inizio del pasto, seguita da brodo o zuppa, poi i cibi solidi di sapore prevalentemente dolce, acido e salato e alla fine i cibi prevalentemente piccanti, amari e astringenti. Si consiglia anche di finire il pasto con un piatto dolce per soddisfare i sensi e alla fine del pranzo, per chi gradisce, è benefica una bevanda come tisana, caffè o liquore che con il sapore amaro aiuta la digestione, oppure il latticello di burro che tende a equilibrare tutti e tre i dosha.
La persona che prepara il cibo dovrebbe essere in uno stato di purezza fisica, mentale e spirituale perché i pensieri di chi cucina influenzano la qualità del cibo.
Mangiare in luoghi rumorosi, con musica ad alto volume, guardando la televisione, leggendo, muovendosi, ridendo o parlando, le cosiddette “colazioni di lavoro” o ancor peggio quando si è in stati d’animo alterati come la rabbia e l’ansia sono abitudini molto dannose perché squilibrano vata e la digestione. Mentre si mangia bisognerebbe concentrarsi sul cibo, masticare a sufficienza, i pasti andrebbero fatti a orari regolari e dopo mangiato si dovrebbe camminare per almeno cento passi e poi riposare sdraiati sul fianco sinistro per 15-20 minuti.
Quando il corpo e la mente sono esausti, gli organi di moto e di senso si ritraggono dai loro oggetti, allora compare lo stimolo naturale del sonno che, come gli altri dodici stimoli naturali (orinare, defecare, eiaculare, flatulenza, vomitare, starnutire, ruttare, sbadigliare, fame, sete, piangere, ansimare), non va represso o controllato.
Quando avviene in maniera naturale e a causa della natura della notte, il sonno è considerato al pari di un nutrimento per tutti gli esseri viventi.
Gli effetti del sonno di buona qualità sono felicità, nutrimento, forza, fertilità, conoscenza, sostegno alla vita, mentre il sonno al momento sbagliato, l’eccesso di sonno o le veglie prolungate riducono la felicità e la longevità.
Se vegliare durante la notte causa secchezza nel corpo e aumento di vata, dormire di giorno causa untuosità, pesantezza e aumento di kapha, mentre fare un sonnellino diurno in posizione seduta non crea queste alterazioni.
Fra i trattamenti per l’insonnia sono consigliati: massaggio con olio, bagno, brodo di carne di animali domestici o di zone umide, riso con yogurt, latte, sostanze untuose, vino, piaceri psichici, odori e suoni piacevoli, applicare oli calmanti agli occhi, alla testa, al viso e ai piedi, letto e casa confortevole, dormire nei momenti appropriati. Tutto questo favorisce il sonno.
L’eccesso di sonno che è altrettanto dannoso, viene trattato con forti sostanze emetiche, collirio, gocce nasali, digiuno, rapporti sessuali, preoccupazione, afflizione, paura, rabbia, tutto ciò riduce kapha.