Da sempre l’uomo si affida alla natura nella ricerca di una cura. Da sempre l’uomo trova nella natura tutto ciò di cui ha avuto bisogno.
La fitoterapia è un metodo antichissimo di cura, e, ad oggi, tante di quelle che si pensavano essere credenze popolari, trovano riscontro nelle ricerche mediche più avanzate.
In Europa, già Ippocrate (460-377 a. C.) classificò le erbe secondo quattro proprietà differenti: calde, fredde, secche e umide utilizzandole nelle cure per ristabilire gli equilibri dei suoi pazienti (era un grande sostenitore della Natura, sue celebri frasi sono:”il cibo sia la tua medicina” e “vis medicatrix naturae”, la potenza guaritrice della natura).
In seguito, sia Aristotele (384-322 a.C.) che Galeno (131-201 d.C.) fecero grande utilizzo di cure erboristiche.
Due importanti trattati fungevano da guida dei trattamenti fitoterapici, ed erano il “De Materia Medica” di Dioscoride (40-90 d. C.) e la “Storia Naturale” di Plinio il Vecchio (23-79 d.C.).
Nel corso dei secoli, personaggi di spicco si curarono grazie alle attente e sapienti conoscenze erboristiche del tempo, certo non mancarono casi di avvelenamenti involontari e di consigli non proprio azzeccati, a dispetto di chi pensa che le erbe siano innocue!
Con lo sviluppo della scienza e l’affermarsi dei farmaci di sintesi, le tradizioni naturali vennero discreditate, ma le virtù delle piante sono state riscoperte e ai giorni nostri stiamo assistendo ad un interessante intreccio di avanzate ricerche mediche e scientifiche ed un ritorno alle cure naturali antiche in cui i due mondi interagiscono e si completano.
In India, la concezione Ayurvedica (ayus=vita e veda=conoscenza) è qualcosa di ben più vasto che un sistema di guarigione, abbraccia campi quali la filosofia, la religione, il beneserre fisico e psichico, si pone come obiettivo ultimo l’unione armoniosa dei corpi fisici, emotivi, mentali e spirituali con la consapevolezza cosmica.
Nell’ Ayurveda l’energia si manifesta attraverso 5 elementi: etere, aria, fuoco, acqua e terra e si riscontrano rispettivamente nella bocca e nell’apparato digestivo, nel movimento dei muscoli e nelle pulsazioni del cuore, nel metabolismo nella vista e nell’intelletto (il fuoco), nei succhi digestivi nelle mucose e nel sangue (l’acqua) e la terra nelle unghie, nei capelli nelle ossa nelle cartilagini e nei tendini.
Secondo la tradizione indiana gli elementi sono presenti in ognuno di noi, e quando si presenta uno squilibrio è perchè una delle tre “costituzioni” base non interagisce più armoniosamente nel corpo.
I “tridoshas” sono “vata” quando predominano gli elementi etere e aria, “pitta” se ad essere prevalenti sono fuoco ed acqua, “kapha” quando i tratti più imponenti sono quelli di terra e acqua.
Ai rimedi erboristici si accompagnano sempre un riequilibrio alimentare ed alcune modifiche comportamentali. I rimedi includono spesso spezie riscaldanti come lo zenzero, la cannella ed il peperoncino, e principi amari come curcuma e aglio.
Le sostanze dolci incrementano l’acqua, i rimedi amari e astringenti incrementano l’aria, quelli aspri e pungenti il fuoco.
In Cina la Medicina Tradizionale Cinese (MTC) e la tradizione erboristica che ne fa parte hanno origini antiche. Il primo libro a noi giunto che ne contempla i principi è “Il libro classico di medicina interna dell’Imperatore Giallo” risalente al secondo secolo a.C. All’interno troviamo i concetti fondamentali di Yin e Yang ossia le forze e le caratteristiche opposte e complementari di ogni manifestazione dell’energia e i 5 elementi attraverso cui appare ogni sostanza e materia. Ad ogni elemento (legno, fuoco, terra, metallo ed acqua) sono associate erbe, stagioni e parti del corpo.
Nell’arco dei secoli, gli scambi commerciali e culturali non hanno mai intaccato le tradizioni erboristiche e mediche e così, ancora oggi in molte zone contadine e rurali i rimedi fitoterapici e naturali seguono le antiche tradizioni.
Nel 1977 “L’Enciclopedia delle sostanze medicinali tradizionali cinesi” annoverava oltre 5000 diverse erbe utilizzate nella scienza erboristica. Le formulazioni medicinali sono spesso date da misture di erbe, radici e cortecce da assumere più volte al giorno come decotti.
Dal 1949, quando il potere comunista prese la guida dello Stato, la MTC e la tradizione fitoterapica rifiorirono in Cina e nel 1995 a Parigi venne istituito il primo ospedale in cui veniva praticata l’agopuntura e la MTC.
In Africa si trovano diverse tradizioni mediche naturali. La medicina egiziana era molto fine e nel “papiro di Ebers”, datato 1500 a.C. si ritrovano oltre 700 erbe medicinali descritte.
Popolazioni nomadi come i Berberi e i Topnaar della Namibia proseguono nella tradizione erboristica magica della notte dei tempi… fanno risalire la malattia alla possessione dell’anima da parte di uno spirito, che può essere “scacciato” solo grazie a erbe locali e rituali magici.
L’Africa è uno dei territori più ricchi di piante autoctone con proprietà curative, ora sono stati creati importanti centri medici dove avanzate ricerche biomediche vengono svolte e nuove piante sono state individuate e inserite nelle conoscenze erboristiche.
In Australia, la medicina erboristica indigena ha radici lontane… purtroppo, la colonizzazione europea del XVIII secolo ha portato con sè, non solo la decimazione di interi gruppi tribali a causa delle malattie infettive e dei germi prima sconosciuti in quelle terre, ma anche di aver distrutto il tradizionale sistema di cura per soppiantarne la scienza medica occidentale. Nonostante tutto, alcune nozioni sono giunte sino a noi, e alcune piante che crescono spontaneamente solo in quell’isola, hanno trasmesso le loro proprietà a tutto il mondo, prime fra queste l’Eucalipto e la Melaleuca.
In America, dalle terre artiche del Canada al clima tropicale dei Caraibi alle fredde distese del sud, troviamo un’infinità di esemplari diversi di erbe mediche. Le tradizioni erboristiche in centro america, non solo hanno resistito agli influssi occidentali, ma ne hanno apportato sostanziali integrazioni. Specialmente in Guatemala ed in Messico, gli studi e le ricerche in campo fitoterapico si sono susseguite insieme alle tradizioni azteche, maya e spagnole. In tutte le culture originali delle Americhe, le erbe sono ritenute dotate di energia spirituale e di poteri magici, spesso, sono utilizzate piante che possiedono alcaloidi in grado di alterare le normali funzioni della mente, permettendo ai guaritori di entrare in contatto con lo spirito dell’ammalato. Nell’America del Nord, dall’inizio del secolo scorso la medicina erboristica ha subito un grave declino che è proseguito fino allo scorso decennio, quando qualcosa è di nuovo cambiato e la legislazione non ha più considerato illegale la pratica erboristica.
Oggi un importante centro ospedaliero, a Santa Fè di Bogotà, in Colombia, porta avanti ricerche molto interessanti sulle erbe spontanee del Sud America.
Finalmente gli studi scientifici degli ultimi decenni ci forniscono i dati attraverso cui le erbe agiscono.
Le piante sono ricche di principi attivi e a differenza dei farmaci di sintesi, in cui il principio attivo è unico, nel regno vegetale ritroviamo dei veri e propri fitocomplessi, ciò significa che all’interno dell’iperico, ad esempio, si riscontra la presenza oltre che dell’ipericina, dei bioflavoni, dell’iperforina, sostanze a spiccata azione antidepressiva e sedativa. Ma attraverso la macerazione oleginosa l’iperico diventa un fantastico cicatrizzante e grazie alle sue proprietà emollienti protegge la pelle conferendogli una rapida sensazione di benessere.
Con il termine FITOCOMPLESSO si intende l’insieme dei principi attivi, cioè delle sostanze farmacologicamente attive, e dei principi coadiuvanti, cioè delle sostanze di per sé farmacologicamente inattive ma che concorrono a determinare l’azione dei principi attivi.
In pratica nel fitocomplesso di una pianta medicinale sono presenti:
SOSTANZE ATTIVE [glucosidi, alcaloidi, oli essenziali, tannini, flavonoidi, etc.] SOSTANZE
COADIUVANTI [enzimi, amidi, cere, sali minerali, vitamine, resine] l’azione farmacologica – terapeutica di una pianta è quindi la risultante dell’interazione di tutte le sostanze presenti nel fitocomplesso.
Questo spiega perché le piante, usate nella loro totalità, producano effetti diversi da quelli ottenuti utilizzando i loro singoli principi attivi.
Il cosiddetto fitocomplesso è un’entità biochimica unitaria, che agisce grazie all’azione complementare e di reciproco potenziamento dei singoli costituenti. Tale sinergia è all’origine dell’attività più dolce, meno aggressiva e soprattutto più armonica che molte piante hanno rispetto ai farmaci, poiché la tossicità di alcuni loro costituenti viene mitigata da altri.
Rispetto al singolo principio attivo, il fitocomplesso presenta alcuni vantaggi: la riduzione dei possibili effetti collaterali, la migliore efficacia dei principi attivi per la presenza di sostanze che ne favoriscono l’assorbimento e la molteplicità di azione che permette di curare con un unico rimedio patologie diverse. Ad esempio l’aglio unisce all’azione ipercolesterolemizzante e antiaggregante piatrinica un’azione ipotensiva e antibatterica.
I principi attivi presenti nelle piante rivestono ruoli fondamentali per l’equilibrio ed il benessere di tutto il corpo,diamo un’occhiata ai più conosciuti principi chimici fitoterapici.
MUCILLAGINI: le mucillagini sono costituite da grandi molecole di zucchero, note come polisaccaridi, che a contatto con l’acqua producono una sostanza gelatinosa che ha la capacità di proteggere ed idratare le membrane mucose del nostro corpo (tratto digerente, gola, polmoni, reni).
FENOLI: sono composti che appartengono alla classe degli idrocarburi aromatici con caratteristiche antisettiche se assunti per via interna, ma irritanti se applicati alla cute.
TANNINI: aiutano a contrarre i tessuti corporei migliorandone la resistenza alle infezioni.
ANTRACHINONI: hanno un effetto lassativo dato dall’azione irritante sulle pareti intestinali che stimola e facilita il movimento peristaltico.
FLAVONOIDI: sono presenti in moltissime varietà di piante, stimolano la circolazione ed hanno un effetto antinfiammatorio; rinforzano le pareti dei capillari e combattono efficacemente i radicali liberi.
GLICOSIDI: hanno la funzione biochimica di sorgenti o accumulatori di energia. Derivano da molecole di idrocarburi e ce ne sono di diverse specie, i glicosidi cardioattivi hanno un’azione energica sul cuore, dando forza e regolando le contrazioni; inoltre favorendo il trasporto di liquidi dai tessuti e dal sistema circolatorio al tratto urinario, favoriscono la diuresi abbassando la pressione; i glicosidi cianogenetici interagiscono direttamente con il sistema nervoso centrale attivando un effetto sedativo e rilassante, in più sono dotati di proprietà disinfettanti ed espettoranti; i glicosidi solforati e cumarinici hanno caratteristiche antinfiammatorie e lenitive.
SAPONINE: molecole triterpeniche o steroidee, le prime con capacità espettoranti e di miglioria dell’assimilazione dei nutrienti, le seconde con aspetti che mimetizzano la funzione ormonale.
OLI ESSENZIALI: sono svariati di diverse derivazioni e ognuno ha peculiarità sue proprie.
VITAMINE: tutte le piante ne sono dotate, dalla frutta e la verdura che ingeriamo quotidianamente (o che dovremmo ingerire!) alle innumerevoli varietà di erbe utilizzate.
AMARI: i costituenti amari delle erbe utilizzate in fitoterapia stimolano le secrezioni salivari e degli organi digestivi, favorendo l’assorbimento e la digestione dei nutrienti.
ALCALOIDI: hanno un utilizzo medico molto vasto, le loro proprietà antidolorifiche e antispasmodiche sono note dalla notte dei tempi. Le piante che ne sono dotate richiedono un utilizzo accurato e oculato.
MINERALI: le erbe in generale sono pozzi di oligoelementi utilissimi per la nostra salute.
Oggi sulle nostre tavole e nei nostri break sono spesso presenti cibi confezionati e merendine già pronte…. e nei momenti di malessere, anche non grave, ci si rifà a farmaci di sintesi mentre sarebbe molto più salutare per il nostro corpo e la nostra mente appoggiarsi in modo armonioso alla natura.
Una buona alimentazione, equilibrata e varia, ricca di frutta e verdura e delle buone tisane, o decotti, nei momenti di relax e di recupero energie aiuterebbero a reintagrare molti micronutrienti che sostentano la “macchina umana”.
Del resto basta soffermarsi ad osservare, specie come gli scimpanzè e i gorilla si tramandano una conoscenza di circa centi tipi diversi di piante, da assumere al momento del bisogno… cani e gatti mangiano un particolare tipo di erba per depurarsi lo stomaco e l’intestino, uccellini si nutrono di determinate bacche per recuperare le forze… e noi?
L’uso sapiente dell’alimentazione e delle piante da integrare all’occorrenza sono la migliore assicurazione per il benessere!
Curiosità:
Per prepararsi ai cambi di stagione è utile assumere propoli ed echinacea, perchè aiutano a rinforzare il sistema immunitario, permettendoci di superare meglio i malesseri passeggeri che tutti conosciamo.
Lo sapevate che:
per un leggero mal di testa si può ricorrere ad un batuffolo di cotone imbevuto di olio essenziale di lavanda, inalandone l’essenza si proverà un senso di immediato sollievo.
Per il prurito creato dalle punture d’insetti è utile applicare un paio di gocce di olio essenziale di Niaouli.