Il collegamento tra gli occhi e l’encefalo è diretto, infatti attraverso un percorso breve tutte le frequenze visive che vengono “catturate” dalle nostre “lenti sul mondo” sono rimandate al cervello che, più in fretta di quanto possiamo immaginarci, le elabora e ci permette una visualizzazione netta (noi crediamo!) di ciò che ci circonda.
L’occhio è strutturalmente composto di tre tessuti differenti, il più esterno dei quali, costituito di tessuto connettivo, si suddivide anteriormente in cornea (che funge da vera e propria lente) e posteriormente nella sclera, ha una funzione protettiva e di sostegno ed è poco vascolarizzato, tant’è che è trasparente davanti all’occhio e bianco dietro.
Il tessuto intermedio, conosciuto come tonaca vascolare o uvea, è eterogeneo e molto vascolarizzato e forma l’iride (che regola la quantità di luce in entrata).
E infine, il tessuto più interno o retina è costituito da cellule specializzate, i coni e i bastoncelli, che trasformano gli stimoli luminosi in impulsi nervosi, comprensibili al cervello.
C’è un ulteriore elemento che gioca un ruolo essenziale nella visione ed è il cristallino, una lente biconvessa situata al centro dell’iride, davanti alla pupilla, che è in grado di modificare la sua curvatura in base alla luminosità presente.
I colori sono visibili grazie alla luce solare trasportata da un’ onda di energia.
Lo spettro visivo dell’occhio umano (a quel che la scienza attesta oggi) copre una variazione di lunghezza d’onda tra i 380 nm fino ai 780 nm attraverso cui riusciamo a percepire la scala cromatica che partendo dal rosso arriva fino al violetto (i raggi luminosi che invece non riusciamo a percepire sono gli ultra-violetti e gli infra-rossi).
I coni sono sensibili a lunghezze d’onda differenti, per cui si attivano determinate cellule per particolari lunghezze d’onda e altre per lunghezze d’onda di altra frequenza.
Ma l’occhio non è l’unico recettore della luce e del colore.
La luce (e le differenti lunghezze d’onda da cui è formata), porta con sè del calore, percepibile dalla pelle, è per questo che spesso i ciechi riescono ad “indovinare” di che colore sia una luce in una stanza.
Ovviamente il nostro corpo è una macchina perfetta studiata per interagire intimamente con tutto ciò che lo circonda, per cui ogni frequenza percepibile modifica in qualche aspetto la reazione del nostro cervello e la capacità di interazione con l’esterno.
Parliamo qui di frequenze percepibili poichè la scienza necessita di riscontri tangibili, ma sappiamo bene che non sono le sole ad avere effetti su di noi, siamo infatti abbastanza certi che un’esposizione prolungata ai raggi UV è dannosa per la nostra pelle, anche se non riusciamo a percepirli!
La cromoterapia e l’utilizzo dei colori e delle loro lunghezze d’onda per agire sul sistema corpo-mente dell’uomo è così naturale che l’essere umano lo utilizza da sempre.
Egizi, Romani e Greci erano soliti applicare l’elioterapia (i raggi del sole portano con sè tutta la gamma di frequenze delle onde della scala cromatica visibile e non), in India si è sempre collegato un colore specifico ad ogni chakra maggiore (e guarda caso si parte dal rosso per il primo chakra per giungere al viola del settimo), in Cina, ogni elemento è associato ad un colore (e ad un organo) e in America, le antiche popolazioni indigene utilizzavano colori eterogenei per le pitture della pelle e degli abiti nei diversi riti.
La cromoterapia è applicabile in diversi trattamenti:
– la cromoterapia classica consiste nell’irradiare con un fascio di luce di un colore, per un periodo di tempo prestabilito, la zona del corpo interessata dal disturbo o i punti riflessi di quella stessa zona;
– la cromopuntura incanala l’energia del fascio luminoso cromatico sui punti considerati maggiormente energetici (e quindi capaci di più alta ricettività);
– il bagno di colori utilizza un colore specifico irradiato su tutto il corpo, al fine di una rigenerazione e riequilibrio completi delle cellule;
– il bagno cromatico di acqua, che utilizza lo stesso principio del bagno di colori è coadiuvato dall’energia dell’acqua;
– l’acqua solarizzata, è quel processo tramite cui dell’acqua viene esposta al sole, perchè venga dinamizzata dai raggi e poi la si utilizza per bagni o anche da bere.