Nel 1975 Robert Ader, medico, psicologo e psichiatra, conia il termine psiconeuroimmunologia (PNI) per indicare gli studi svolti sui rapporti esistenti tra stati mentali e fisiologici nel corpo umano.
È Hans Selye nel 1936 a individuare scientificamente il ruolo dello stress nel contesto della salute sintetizzando i concetti di costanza dell’ambiente interno e omeostasi.
Selye descrisse lo stress in tre fasi: allarme, resistenza ed esaurimento.
Durante le sperimentazioni su cavie da laboratorio egli si accorse della ripetibilità costante dello schema: fase 1 allarme- l’organismo mobilita le sue difese attivando sia l’asse ipofisi-cortico-surrene, sia la produzione midollare del surrene di adrenalina e noradrenalina; fase 2 resistenza-il persistere di produzione di adrenalina e noradrenalina porta alla soppressione delle difese immunitarie; fase 3 esaurimento- all’esaurimento della ghiandola surrenale, la cessata produzione di cortisolo crea ulcerazioni della mucosa gastrica e infine morte dell’animale.
L’odierna neurobiologia è complessivamente concorde sul modello di mente che può essere così riassunto: la mente è un prodotto del cervello che emerge dall’attività nervosa di quest’ultimo; l’attività mentale non è un programma asettico e astratto che può prescindere dal contesto biologico ed evolutivo in cui opera (mente incarnata) e ancora, la coscienza, i sentimenti e le emozioni sono strettamente intrecciati e tale complesso influenza e determina le decisioni e i comportamenti umani (mente sociale).
La PNEI della psiche ci porta ad osservare che il livello psichico diviene un “organismo” dotato di una potente struttura di complessità elevata ed una relativa autonomia e capacità di azione e regolazione del sistema nervoso, endocrino e immunitario e utilizza lo stress come strumento comunicativo.
Ippocrate nel suo trattato “Antica medicina” fa coincidere la nascita della medicina con la capacità di distinguere l’alimentazione dell’uomo sano da quella del malato, del resto la sua massima era “il cibo sia la tua medicina”.
Nello Huang Di Nei Jing, un classico della Medicina Tradizionale Cinese l’importanza del cibo è così riassunta: “cura con i farmaci, guarisci con i cibi”.
Ora…. Nel mondo “industrializzato” gli alimenti sono quasi completamente contraffatti dall’uomo, i valori nutrizionali di ciò che ingeriamo sono sempre più preoccupanti e i problemi legati agli eccessi alimentari sono di gran lunga più presenti rispetto alle problematiche da carenza di cibo…. Ma attenzione! La carenza di elementi nutritivi al contrario è diffusissima nel mondo “occidentale” e invece si riscontra meno in quelle popolazioni in cui a dispetto di quantitativi ridotti di alimenti ne giova invece la qualità poiché restano cibi più naturali e stagionali….
Noi siamo ciò che mangiamo e nel breve periodo, nella fase della digestione, in base a ciò che mangiamo produciamo neurotrasmettitori di un certo tipo anziché di un altro, mentre sul lungo periodo, scelte alimentari non appropriate possono modificare l’assetto neuronale, le membrane plasmatiche, le mucose, i pensieri….
All’interno dell’intestino esiste un sistema nervoso ampio e complesso, il sistema nervoso enterico che è in costante comunicazione con il sistema nervoso centrale (il cervello).
Oltre cento milioni di neuroni ricevono informazioni biochimiche da ciò che ingeriamo e attraverso un dialogo a feedback trasmettono dati al SNC.
L’attività fisica è essenziale perchè permette al nostro organismo di eliminare tossine, riattiva tutti i sitemi, riassetta l’asse dello stress, regola la produzione ormonale e migliora l’ossigenazione cellulare!
Camminare, correre, nuotare o fare sport di vario tipo, preferibilmente aerobico, attiva scheletro, muscoli, sistema sanguigno, respiratorio, il sistema endocrino, l’intestino e il cervello.
La pratica costante di discipline orientali, che pongono il respiro consapevole e il controllo del respiro al centro dei loro insegnamenti, migliorano sul lungo periodo il sistema cardiaco e respiratorio, la funzionalità immunitaria e l’umore.